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9 febbraio 2014 18:44 — 0 Commenti

Poiatica: sì al 6 lotto. La sfida, ora, si gioca sulla chiusura definitiva

Discarica-640

 

 

Sesto lotto sì. Ampliamento futuro da bloccare. La discarica di Poiatica sarà attiva almeno sino al 2020. Facciamo il punto sul cumulo immane di rifiuti che incombe all’ingresso della valle dei gessi triassici, del Parco nazionale e nel cuore dell’Appennino.

Mercoledì scorso la Regione Emilia-Romagna ha approvato (ma non ancora pubblicata) la delibera per il Piano regionale per la gestione dei rifiuti. Ne escono delusi già con alcune dichiarazioni pubbliche i comitati “Ecologicamente” (Toano) e “Fermare la discarica” (Carpineti) che, nei giorni scorsi, avevano consegnato al governatore Vasco Errani le 1000 firme raccolte per la chiusura della struttura che, di fatto, è uno dei principali depositi di rifiuti in Emilia. I membri dei Comitati, per altro, nei giorni scorsi avevano avuto diversi incontro con l’assessore provinciale Mirko Tutino, i candidati sindaci di Carpineti e Castelnovo, i consiglieri regionali. In ognuno di questi si era discusso di proposte controproposte al Piano regionale che, nel mentre, in quelle ore faceva il suo corso in Regione, dopo che l’approvazione era slittata da fine dicembre a fine gennaio. Scopriamo ora cosa è accaduto e quale è la situazione attuale.

 

LA SCELTA REGIONALE

Cosa si è deciso a livello regionale? A monte occorre ricordare che la proposta reggiana era di andare oltre l’ambito provinciale per sfociare in un ambito regionale di gestione rifiuti. Cosa che, per altro, agevolerebbe ipoteticamente la nostra realtà che in fatto di rifiuti ha già “dato” molto, in termini ambientali. Reggio ha così condiviso gli obbiettivi del programma regionale che prevede:

a)    riduzione produzione rifiuti regionali del 25% che dovrebbero passare su scala regionale da 3.000.000 di ton a 2.400.000 T. Per Reggio questo significherebbe una diminuzione dagli attuali 135.500 a 115.047 nel 2017 e  89.900 nel 2020

b)    aumento della raccolta differenziata al 70% (la differenziata arriverebbe a 1.700.000 T)

c)    autosufficienza dell’ambito regionale mediante utilizzo degli impianti esistenti (per 700.000 T)

d)    no alla realizzazione di nuovi impianti

e)    no all’arrivo di rifiuti da fuori regione. Adeguamento degli impianti in essere solo allo smaltimento dei rifiuti regionali, evitando così il rischio che l’allegato alla finanziaria prevedendo una rete nazionale di termovalorizzatori ci potrebbe metterebbe nelle condizioni di dovere smaltire in discarica ed incenerire rifiuti di altri

f)     chiusura di tutte le discariche entro il 2020 tranne Finale Emilia, Imola, Ravenna. Chiusura di Poiatica entro il 2020

g)    al 2020 riduzione di tutta l’impiantistica per il trattamento dei rifiuti: al 2020 presenza di 6 termovalorizzatori (Piacenza, Parma, Modena, Ferrara, Granarolo nell’Emilia, Forlì, Coriano di Rimini) contro gli attuali 9; in alcuni di questi si ridurrà l’autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti. Realizzazione di Tmb a Parma, Reggio Emilia e Ravenna.

LA SITUAZIONE ATTUALE

La situazione, ad oggi, è la seguente:

a)    discarica di Novellara disponibilità per 260.000 mc di volume residuo autorizzato

b)    Carpineti/Poiatica disponibilità per 80.000 mc

c)    realizzazione del Tmb di Gavassa prevista per la metà del 2016

BOCCIATA LA PROPOSTA REGGIANA, POIATICA RIMANE. AVANTI CON TMB E DIFFERENZIATA SPINTA

Perché non si è giunti alla chiusura di Poiatica? I piani all’epoca provinciali dei rifiuti, prevedevano l’autogestione dei rifiuti appunto su scala provinciale. Quindi la costruzione di impianti di combustione o, in alternativa, Tmb. Gli impianti di combustione (termovalorizzatore, come quello di Parma), hanno rese altissime e costi di ammortamento altrettanto elevati che non potevano essere sostenuti da ogni provincia. Fu in quest’ottica che si giunse alla gestione condivisa dei rifiuti in ambito regionale, con un criterio di prossimità di gestione degli stessi.

Ricordiamo ch la provincia di Reggio aveva già deciso e attuato la chiusura dell’inceneritore di Cavazzoli (40.000 T annue), non più a norma. Si giunse così alla decisione di avviare il recupero di materiale, attraverso raccolta differenziata spinta e la realizzazione del Tmb (trattamento meccanico-biologico, a freddo) di Gavassa:

a)    come noto, la realizzazione del Tmb non è ancora avvenuta, anzi è stata ritardata al 2016 (più verosimilmente 2017). Presumibilmente per la multiutility Iren – nel mentre gravata da problematiche finanziarie sopravvenute durante i riassetti societari – risulterebbe assai più conveniente l’incenerimento (fonte di introiti e, in aggiunta, di vendita di energia prodotta)

b)    la differenziata è stata una scelta ambientale per la responsabilizzazione dei cittadini con l’introduzione di sistemi di raccolta differenziata domiciliare. Anche se, va detto, questo sistema è ancora in divenire per la nostra zona montana e i centri storici di grandi città e paesi. Una scelta, altresì, comporterà già da quest’anno un aumento tariffario del 6% (strano ma vero la differenziata ha un costo più alto della raccolta in cassonetto indifferenziata).

Nel piano d’ambito il 6° lotto di Poiatica era già previsto per recepire il biostabilizzato del Tmb che, appunto, non è ancora stato realizzato. Ora, sino all’entrata in funzione del Tmb e alla riduzione dei rifiuti con la differenziata, rimane il problema di dove mettere i rifiuti prodotti per i prossimi anni. Premesso che, in regione, la proposta reggiana di tenere conto del contributo dato in tal senso negli anni passati ed oggi (discariche) e di destinare i rifiuti fuori provincia non è passata, con la decisione del Piano regionale di gestione dei  rifiuti i materiali che saranno prodotti saranno destinati ad esaurire la discarica di Novellara e a riempire il 5° lotto lotto di Poiatica e, parzialmente, anche 6° lotto. Successivamente nel 6° lotto dovrebbe giungere solo il biostabilizzato.

 

IL FUTURO PER REGGIO

Per Reggio, dopo l’intervento (che pare conclusivo) della mediazione tra Regione con Provincia e Comuni la delibera regionale licenziata, in definitiva, cosa prevede? Premesso che dovrà essere approvata dal Consiglio regionale (che potrà richiedere emendamenti) essa prevede:

a)    utilizzo efficiente, delle volumetrie ancora disponibili a Poiatica e Novellara al fine di ultimare nel 2016 l’impianto del Tmb. Anche in considerazione del fatto che conferire i rifiuti in discarica costa circa 75 euro a T mentre conferirli all’inceneritore di Parma costerebbe circa 146 euro a T: significherebbe un aumento ulteriore nella bolletta dei cittadini e delle imprese notevole oltre al 6% già previsto nell’adeguamento definito dall’ambito territoriale provinciale

b)    realizzazione del Tmb entro la seconda metà del 2016 (col rischio di scivolare nel 2017)

c)    realizzazione del 6° lotto di Poiatica suddivisa in due sub lotti di 260.000 mc ciascuno. Il primo da utilizzare al termine della discarica di Novellara finalizzata ad ospitare la quota parte di rifiuti speciali prodotti nella provincia di Reggio e disponibile per coprire eventuali ritardi nella messa a regime del Tmb, il secondo lotto di cui si prevede la autorizzazione solo a seguito di una effettiva necessità .

Contrariamente alle informazioni circolate nei giorni scorso, questo 6° lotto risulterebbe essere l’ultimo e definitivo per Poiatica. E’ chiaro che nel 2020 Reggio non avrebbe più discariche né inceneritori ed effettuerebbe solo il recupero spinto di materia attraverso il Tmb: il biostabilizzato reggiano sarebbe destinato ad altri impianti extraprovinciali?

ULTERIORI DOMANDE E PREOCCUPAZIONI

Cosa rimane di incerto?

a)    sicuramente il controllo su che tipo di rifiuto arriverà a Poiatica: il malessere espresso da Comitati e sacerdoti deriva anche da questo aspetto

b)    in quale modo si può avviare una gestione trasparente, partecipata con rilevazioni costanti e verificabili dei dati da parte della cittadinanza

c)    studio sanitario sistemico nella popolazione dell’area pur a fronte di dati “non statisticamente significativi” (ma la popolazione locale è quella che è e, certo, ha pari diritti di sicurezza rispetto a chi vive in metropoli ed è “statisticamente significativo”)

d)    certezza sui tempi di realizzazione del Tmb a Gavassa da parte di Iren

e)    chiarezza sui limiti che dovranno essere posti sui terreni già di proprietà Iren e Monte Querce limitrofi all’attuale discarica. Infatti, occorrerebbe chiarire da subito in quale modo si potrà dare sin da ora il segnale di un blocco totale di qualunque ulteriore progetto su Monte Querce (che i Comitati temono configurarsi come un 7° lotto). La Regione, in tal senso, si sarebbe resa disponibile: una volontà che andrebbe siglata nero su bianco quanto prima e che potrebbe diventare il principale obiettivo dei Comitati e dei referenti regionali reggiani a partire da oggi.

Intanto, il 22 febbraio i Comitati hanno convocato un’assemblea pubblica al Bar Vezzosi di Colombaia alle 14.30 per fare il punto della situazione.

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Gabriele Arlotti ha scritto 2964 articoli per Studio Arlotti

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