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18 luglio 2012 22:53 — 0 Commenti

Aaa, evasori cercansi

Commercialisti, associazioni di categoria e naturalmente i contribuenti della provincia di Reggio sull’attenti. Improvvisa, pressante, “esito delle ultime restrizioni del governo Monti”, affermano da un’associazione a mezza bocca, è una serie di controlli della guardia di finanza. Presi di mira un po’ tutti i settori, senza particolari distinzioni. In atto un controllo dettagliato, generalizzato, “quasi un rastrellamento fiscale”.

Se ne ha notizia, anche, a Castelnovo Monti dove, certo, non pare intenerire il fatto che l’economia in Appennino è certamente diversa e in molti casi più fragile dell’economia di zone urbane o industriali. Ma tant’è.
“Stiamo assistendo a un approfondimento, dell’ amministrazione finanziaria, a largo ‘spettro’ spiega un commercialista “che però rischia di avvenire con un metodo che penalizzerebbe chi già paga”. Infatti, i controlli e gli accertamenti che in queste ore stanno riguardando molte aziende e professionisti reggiani con posizioni contributive già in essere in pratica le partite Iva aperte, in una regione come l’Emilia Romagna, dove è alta la tendenza a pagare tra chi è regolarmente inquadrato in posizioni fiscali e a bassa pericolosità fiscale”.
Si paventa un consistente aumento di personale da utilizzare per le verifiche fiscali, con l’auspicio, in altre parole, di intensificare i controlli per individuare gli evasori. C’è chi adombra anche un timore: “Non è che per la crescita di dipendenti controllanti i contribuenti dovranno pagare di più per l’aumentato peso degli organi di controllo?”
“Anche se – commenta un altro nostro lettore – quando sono dal barbiere non ottengo la ricevuta, se compro su internet fatico a ricevere la fattura e, certo, altri casi ricevo proposte di pagamenti in nero a fronte di uno sconto pari a circa l’importo dell’Iva 21%”.
“Il sistema dei contribuenti attualmente noti al fisco – osserva il commercialista – è già oberato da un’imposizione fiscale media di ben oltre il 51%. Se si appesantisce la pressione su chi già paga e che, per altro, in queste ore è chiamato a ulteriori sforzi per risanare il sistema finanziario italiano già dissestato, il rischio è che salti il sistema produttivo emiliano che, per anni, ha rappresentato una parte importante del Pil Italiano. Per sistemare i bilanci ci sono due metodi: il primo è aumentare le entrate e il secondo è ridurre le spese. Se sono utilizzati in contemporanea i risultati normalmente sono significativi. Purtroppo la sensazione è che la prima fase sia stata pienamente colta la seconda un po’ meno. I contribuenti a torto o a ragione si aspettano che la cura dimagrante colpisca quei privilegi e quelle sacche di costo determinati dalla ‘concertazione’ degli anni passati che, in larga misura, continuano a pesare sulla collettività”.

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Gabriele Arlotti ha scritto 2964 articoli per Studio Arlotti

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